RIS si occupa di medicina orale con tre articoli e due case report dedicati

Nei prossimi giorni il nuovo numero di RIS sarà inviato ai soci ANDI. Questo numero si occupa di medicina orale, un argomento spesso considerato non primario nella pratica quotidiana, ma che comunque rappresenta un passaggio fondamentale per l’identificazione precoce di alcune patologie tra cui cancri orali o altri tumori che possono manifestarsi con sintomatologia anche piuttosto subdola a carico del cavo orale e non vanno confuse, come spesso purtroppo accade, con altre patologie,necessitando un approfondimento diagnostico più accurato e specialistico.

 

Il primo articolo consiste in una revisione sistematica eseguita per identificare le terapie più efficaci per la terapia del lichen planus orale.
Nessuno dei 28 studi clinici inclusi ha dimostrato che le varie terapie testate nella cura del lichen siano in grado di curarla. Emblematica è l’osservazione che la terapia generalmente considera come la più efficace nella cura del lichen planus orale (i corticosteroidi per uso topico) non siano mai stati testati in uno studio randomizzato contro un placebo.

Il secondo articolo vuole aiutare il lettore a valutare l’efficacia del VELscope®, Oral CDx® e del blu di toluidina come procedure diagnostiche aggiuntive alla visita clinica per lo screening di routine del cancro orale negli studi odontoiatrici.

Questi test diagnostici producono delle alte percentuali di falsi positivi in una popolazione “normale” per cui identificano un numero elevato di pazienti come potenzialmente malati di lesione precancerose o cancerose quando in effetti questi pazienti non hanno alcun problema, come poi evidenziato dalle analisi istopatologiche delle lesioni stesse.

Per cui nessuno di questi test aggiuntivi risulta essere particolarmente utile nello screening del cancro orale.

Il terzo articolo approfondisce e valida le conclusioni a cui si era arrivati con l’articolo precedente. In questo studio diagnostico la validità del VELscope® viene effettivamente valutata su una popolazione generale.

Di 130 pazienti con lesioni orali, 42 risultano positive al VELscope®, ma alla biopisa chirurgica un paziente è risultato avere effettivamente una lesione precancerosa. Ben più grave è il fatto che il VELscope® non abbia identificato una lesione potenzialmente maligna (falso negativo), per cui è risultato essere meno affidabile dell’esame orale convenzionale.

 Il quarto articolo è una specie di revisione sistematica di case report. La domanda è interessante: ci sono dei pazienti che si rivolgono ai dentisti a causa di dolori oro-facciali, ma la causa del loro dolore non è dentale ma un tumore endocranico. Il dentista prima di intraprendere delle cure inutili deve accertare che la causa del dolore non sia di origine cerebrale in quanto la somministrazioni di terapie dentali non è solo inutile, ma fa perdere tempo prezioso al raggiungimento di una diagnosi corretta. Per cui specie in presenza di perdita localizzata della funzione sensoriale e motoria e in assenza di segni di patologie dentali, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una risonanza magnetica del cranio.

Il primo case report si occupa di una leucoplachia del ventre della lingua che è stata sotto osservazione per 11 anni ed è stata rimossa più volte che alla fine si è trasformata in un cancro orale. Con questo caso si vuole enfatizzare l’importanza di un corretto monitoraggio dei pazienti affetti da lesioni orali come la leucoplachia che possono potenzialmente trasformarsi in lesioni maligne.

Il secondo case report descrive una paziente che si presenta con lesioni emorragiche multiple della mucosa orale, insorte acutamente. Viene fatta rapidamente diagnosi di leucemia promielocitica acuta a esordio orale. Purtroppo, nonostante la tempestiva chemioterapia la paziente muore 5 giorni dopo. Il dentista deve essere a conoscenza che esistono particolari patologie tumorali con esordio orale che, se identificate tempestivamente, potrebbero ridurre i rischi di mortalità.